Venerdì 8 Novembre: direttamente dal Canada, le immagini in livestream di Brian Kernighan attraversano l’oceano proiettandosi sullo schermo dell’aula 5 del Politecnico di Torino, dove per curiosità o per ammirazione attendono in cospicuo numero studenti e appassionati. E proprio di numeri si parla, non appena il collaboratore di Dennis Ritchie – creatore del linguaggio di programmazione C – inizia la sua lezione virtuale. Al banco degli imputati vengono chiamati in causa i numeri: quando questi sono estrapolati dalla platonica e neutrale quiete con cui crescono rigogliosi nei nostri libri di matematica, e vengono contestualizzati nel campo dell’informazione e nel mondo delle statistiche, possono diventare strumenti pericolosi. Ma il professore si pone subito in loro difesa, spostando piuttosto l’attenzione sull’uso ingannevole che i media ne fanno.
Kernighan esordisce nell’accusa verso i media mostrandoci articoli di riviste internazionali, anche scientifiche, in cui si verifica spesso l’ingenuo, tragico errore di scambiare i “milioni” con i “miliardi”, come se l’ordine di grandezza fosse più o meno lo stesso. E se questi per i media sono dettagli, possiamo immaginare la slavina di disinformazione che può travolgerci senza nemmeno esserne consapevoli: errori di conversione metri/miglia che trasformano stime approssimate in valori precisissimi, grafici con scale erronee che spacciano equilibri imperfetti per esagerati sbilanciamenti e molti altri esempi tratti dal suo saggio Millions, Billions, Zillions: Defending Yourself in a World of Too Many Numbers. E la difesa migliore che possiamo adottare, stando all’opinione di un uomo che con i numeri ha avuto sicuramente molto a che fare, è certamente la lettura critica, eventualmente anche “scettica”, di qualsiasi articolo che tiri in ballo cifre e statistiche, ponendo particolare attenzione ai casi in cui un numero molto grande viene presentato con una precisione molto alta, cosa che lo rende assai sospetto. Anche la politica costruisce spesso i suoi slogan basandosi sull’apparente inconfutabilità delle statistiche, sull’autorevolezza che esse tendono a trasmettere. E in questo mare di informazione le fake news colpiscono a tradimento anche i più scaltri: per citare lo studio presentato in un famoso articolo satirico, pare che il 76,34% di chi pubblica articoli online tenda a inventare percentuali a caso.
L’evento, organizzato da HKN Polito, si chiude con alcune domande tecniche preparate da noi e con quelle più incalzanti e fantasiose di alcuni spettatori. Sempre di numeri si parla, e anche della poesia che sta loro dietro, del significato personale che possono avere. E quando gli viene chiesto quale sia il numero più importante della sua vita, il professore – con la consueta ed umile simpatia di una persona che sa veramente e che non necessita di superbia per dimostrare la sua conoscenza – ci risponde con la data dell’anniversario di sua moglie, capace di causare più danni di qualsiasi fake news se mai dovesse venire dimenticata.
Marco Scarzello